La Celiachia: da quando è stata scoperta ad oggi

Rubrica sulla Celiachia. da quando è stata scoperta ad oggi
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Immagine: fonte Unsplash

La celiachia nasce dal consumo di alimenti contenenti glutine che infiammano l’intestino dei soggetti geneticamente predisposti. Per questo possiamo collocare la scoperta della Celiachia circa 10.000 anni fa in Siria, Israele e Iran dove si diffuse la coltivazione dei cereali. Poi anche in Europa.

Non tutta la popolazione si adattò a questo alimento. Alcuni di loro possedevano un gruppo genetico particolare che non riusciva a riconoscere il grano come proteina tollerabile, ma visto come antigene ostile, innescava così una risposta immunitaria nel corpo.

Si iniziò a parlare di celiachia nell’antica Grecia con il medico Areteo di Cappodocia nel 250 d.c., che  la individuò nell’adulto chiamandola “Diatesi celiaca” cioè alterazione intestinale. I sintomi da lui individuati erano mal di stomaco, pallore, debolezza, diarrea e flatulenza. Ed era considerata una malattia non trattabile. Areteo riteneva che il problema fosse una mancanza di calore nello stomaco, che non permetteva una corretta digestione, impedendo in questo modo un’adeguata distribuzione delle sostanza nutritive in tutto il corpo. Una digestione incompleta con conseguente diarrea.

Successivamente Samuel Jones Gee è stato il primo medico che nel 1888 diagnostico la celiaca nel bambino. Gee scoprì che la causa della malattia andava ricercata in un alimento, anche se non riuscì ad identificarlo. Disse una cosa molto importante “se il paziente può essere curato, deve essere fatto per mezzo della dieta”. Inoltre, Gee segnalò l’intolleranza al latte come un problema nei bambini celiaci e che bisogna evitare gli alimenti inamidati.

Nel 1889 Gibbons pensava che la celiachia fosse una conseguenza delle sostanze tossiche assorbite dagli alimenti non digeriti che danneggiavano l’organismo del bambino.

Christian Arclibald Herter nel 1908 definì la celiachia “infantilismo intestinale”, egli pensava che fosse dovuta ad un’infiammazione dell’intestino provocata dall’eccessivo sviluppo della flora intestinale. Herter notò, che la crescita nei bambini era ritardata e che il cibo grasso veniva tollerato meglio rispetto ai carboidrati.

Nel 1924 Sidney V. Hass vide dei miglioramenti nei soggetti celiaci con una dieta a base di banane. Dieta utilizzata fino a quando non fu individuata la vera causa della celiachia: il glutine.

Il ruolo dei carboidrati nella malattia era da tempo sospetta, ma solo con il pediatra olandese Willem Karel Dicke nel 1945 si identificò nella farina di grano la causa della celiachia. Dicke notò un miglioramento nei suoi pazienti durante la carestia olandese del 1944, causata dalla II guerra mondiale, quando la farina scarseggiò. In quel periodo vi fu un calo significativo del tasso di mortalità tra i bambini celiaci e un miglioramento dei sintomi, evento che tornò a crescere con la fine della guerra, in seguito agli aiuti alimentari che consistevano principalmente in pane e pasta.

Nel 1952 in Inghilterra si trovò la componete di glutine nel frumento.

Nel 1954 il medico John Paulley scoprì l’atrofia dei villi, grazie all’osservazione di campioni prelevati durante un intervento chirurgico.

Stabilire la diagnosi corretta non fu facile. Infatti, inizialmente la celiachia veniva riconosciuta dopo la morte tramite l’autopsia ed esaminando la mucosa intestinale.

Per diffondere la conoscenza della malattia celiaca sono stato organizzati periodicamente convegni sulla malattia, il primo si svolse nel 1969 a Londra.

Negli anni 1970-80 si riteneva che la celiachia fosse una malattia rara ed esclusivamente pediatrica, presente soprattutto in Europa.

Si riteneva rara perché gli studi epidemiologici di quel tempo, riportavano una prevalenza molto bassa. Questo perché venivano considerati i sintomi clinici di natura gastrointestinali e l’atrofia della mucosa a digiuno.

Gli studi sono andati avanti, ad oggi si sa che la celiachia non è presente solo in Europa ma è diffusa in tutto il mondo. Non colpisce solo il bambino ma anche l’adulto. Si stima sia l’1% della popolazione mondiale.

FONTI

https://www.aicpiemonte.it/wp-content/uploads/2015/11/ecm-2005-Ansaldi-Balocco.pdf

https://it.wikipedia.org/wiki/Celiachia

https://www.laceliacadelletna.com/la-storia-della-celiachia/

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